CENTENARIO DELLA FESTA PATRONALE DI SAN MARCO EVANGELISTA

Abbiamo concluso la parte centrale della festa patronale, giorni di grazia, di fede, di devozione, di riflessione, di comunione che ci hanno aiutato ad entrare ancora di più nel mistero della Pasqua testimoniato dall’evangelista Marco.Abbiamo iniziato il nostro cammino il lunedi dell’Angelo con la collocazione della statua nell’artistico trono allestito dalla Ditta D’Errico e da martedi fino a venerdi P. Michele Perrugini ofm ci ha guidato nella scoperta del Vangelo di Marco attraverso un profondo e intenso cammino biblico e spirituale. Le sue forti e incisive riflessioni hanno permesso, a chi lo ha seguito, di conoscere meglio anche la figura di San Marco attraverso le pagine del suo Vangelo e da li arrivare a Gesù.Martedi inoltre la nostra comunità parrocchiale ha donato alla parrocchia di San Marco a Rota in Curteri (Sa) un frammento della Reliquia del Santo accogliendo il parroco e i suoi fedeli. Sabato 23 aprile, la S. Messa presieduta da don Mario Bamonte e la preghiera per la pace in comunione con la Rete delle Città Marciane. Domenica in Albis, festa della Divina Misericordia, il Rev.mo Padre Abate di Montevergine dom Riccardo Guariglia ha presieduto la S. Messa introducendoci alla celebrazione della festa a cui è seguita la tradizionale processione della Reliquia di San Marco.25 aprile, GIORNO DELLA FESTADopo due anni di restrizioni legate alla pandemia, la comunità di San Marco si è ritrovata insieme e numerosa a venerare il suo santo patrono.Abbiamo avuto l’onore di accogliere Sua Em. Rev.ma il Sig. Cardinale Mario Greh, Segretario del Sinodo dei Vescovi e il nostro Vescovo Sua Ecc. Rev.ma Mons. Ciro Miniero. Il Cardinale, con toni affabili e cordiali, ci ha offerto delle linee guida per vivere meglio la devozione a San Marco attraverso la meditazione del brano evangelico; ci ha messo in guardia da una tentazione di rimanere gli stessi: “le feste vengono e vanno ma noi rischiamo di rimanere gli stessi. Allora siamo chiamati a sconfiggere il Male, imparare una nuova lingua, quella del Vangelo, a guarire le piaghe dell’uomo di oggi, a vincere la morte dal momento che siamo un popolo pasquale”.Nel pomeriggio la statua del Santo è uscita dalla chiesa trovando, dopo due anni, una piazza nuovamente gremita da fedeli e devoti emozionati e commossi. Da li la processione per mare e per le vie del paese conclusa poi a mezzanotte con il tradizionale spettacolo dei fuochi pirotecnici. Cosi si è conclusa la festa liturgica 2022 di San Marco Evangelista, la festa del Centenario, che continuerà, con altre celebrazioni ed eventi, fino a domenica 1 maggio.Un ringraziamento necessario e doveroso al COMITATO FESTA per l’impegno, i sacrifici, la pazienza, la dedizione avuti nell’organizzare questi festeggiamenti, inizialmente pieni di incognite e preoccupazioni dovute al post pandemia. Hanno dovuto affrontare non pochi problemi e imprevisti, che non mancano mai quando si deve organizzare un evento del genere. Hanno dovuto ascoltare e leggere le cose più disparate ma hanno avuto davvero tantissimi incoraggiamenti e apprezzamenti dalla stragrande maggioranza del popolo che attesta l’ottima riuscita del Centenario. Un grazie speciale a tutti i collaboratori parrocchiali che hanno reso pulita, accogliente e ancora più bella la nostra chiesa. Un grazie al coro, ai seminaristi, ai sacerdoti e diaconi, alla confraternita.Un grazie al Sindaco e all’Amministrazione, alla Polizia Municipale, ai Carabinieri, Capitaneria di Porto, Protezione Civile, Gruppo Lucano per la tradizionale collaborazione e per l’impegno profuso nel garantire un sereno svolgimento della festa.Grazie a tutta la popolazione del Comune di Castellabate per aver contribuito all’organizzazione della festa in onore di San Marco.Ricordiamo sempre: la festa patronale è un punto di arrivo ma anche un punto di partenza. Non deve essere un giorno isolato dalla vita ecclesiale ma un’esperienza che l’arricchisce, la fortifica e la qualifica. Se la festa non accresce in noi la fede, la carità e il desiderio di convertirci avvicinandoci di più alla Chiesa allora ha fallito perché non ha centrato l’essenziale.San Marco sarà sicuramente nel cuore di tutti, ma ciò non è necessario per dirsi suoi devoti se dal cuore non si passa all’azione, se in questo cuore c’è solo il santo e non Gesù, se il santo non ci porta a Lui del quale egli ha scritto, se la fede si ferma solo nel cuore e non incide nelle scelte della vita, nel mondo di parlare, di relazionarsi al prossimo, di affrontare i problemi della vita. Se San Marco sta nel cuore ma non nei sacramenti (Confessione ed Eucaristia), se sta nel cuore ma ci si dimentica che egli sta nella Chiesa, cioè nella comunità dei fedeli.L’invito è quello di rendere felice san Marco non spegnendo quella luce che egli ha rinnovato nel nostro animo in questi giorni e continuare a venerarlo di domenica in domenica, di conversione in conversione, di carità in carità…e la devozione allora sarà gradita, vera, completa e utile…Quando una devozione, fosse anche la più alta, è solo individualista ma non ecclesiale è malata. Non fermiamoci mai all’emozione del momento, pur bella che sia, ma andiamo oltre, diamole sempre sostanza…e san Marco sarà contento dei suoi devoti, soprattutto di vederli in chiesa costantemente e non, come purtroppo accade per tanti, soltanto il giorno della festa.Viva san Marco!